Il ruolo dell’I-Arch nell’Ortodonzia: una soluzione innovativa per la cresta alveolare buccale

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Introduzione L’ortodonzia ha fatto passi da gigante negli ultimi decenni, con l’introduzione di nuove tecniche e materiali volti a migliorare l’efficacia del trattamento e a ridurre gli effetti collaterali. Uno degli aspetti cruciali è il movimento dentale controllato per preservare la cresta alveolare e minimizzare il riassorbimento osseo. In questo contesto, il filo ortodontico I-Arch si presenta come un’innovazione promettente rispetto alle tradizionali sequenze di fili ortodontici.

Obiettivi dello studio Uno studio clinico randomizzato ha confrontato l’I-Arch con la sequenza tradizionale di fili ortodontici della tecnica MBT, valutandone l’effetto sulla cresta alveolare buccale, il rischio di deiscenze e fenestrazioni ossee e la durata del trattamento.

Metodo dello studio Sono stati selezionati 40 pazienti (8 uomini e 32 donne, età media di 20,97 anni) con affollamento dentale ? 6 mm e malocclusione di Classe I, trattati senza estrazioni. I pazienti sono stati divisi in due gruppi:

  • Gruppo sperimentale (I-Arch): trattato con il filo ortodontico I-Arch.
  • Gruppo di controllo: trattato con la sequenza tradizionale di fili ortodontici MBT.

Ogni paziente ha effettuato due esami CBCT: uno prima del trattamento (T0) e uno dopo la fase di livellamento e allineamento (T2). I denti studiati includevano incisivi centrali superiori e inferiori, canini e secondi premolari.

Risultati principali L’analisi dei dati ha mostrato che:

  • Il gruppo I-Arch ha registrato una minore perdita di altezza della cresta alveolare buccale rispetto al gruppo di controllo.
  • La presenza di deiscenze e fenestrazioni ossee è stata significativamente inferiore nel gruppo I-Arch.
  • La durata totale del trattamento è risultata simile tra i due gruppi, ma il periodo iniziale di livellamento e allineamento (?T0–T1) è stato più breve nel gruppo I-Arch.

Interpretazione dei risultati Il filo I-Arch, grazie alla sua sezione verticale più lunga rispetto a quella orizzontale, offre un migliore controllo dell’inclinazione dentale fin dall’inizio del trattamento. Questo riduce la necessità di correzioni successive e, di conseguenza, il rischio di riassorbimento osseo. Inoltre, il minor numero di fili utilizzati nel gruppo I-Arch suggerisce una maggiore efficienza e una riduzione del numero di visite ortodontiche necessarie.

Implicazioni cliniche Questi risultati suggeriscono che l’I-Arch potrebbe rappresentare un’opzione valida per ridurre gli effetti collaterali del trattamento ortodontico, migliorando la stabilità ossea e ottimizzando la fase di livellamento e allineamento. Tuttavia, ulteriori studi a lungo termine sono necessari per confermare questi dati e valutare il mantenimento dei risultati nel tempo.

Conclusioni L’I-Arch si conferma un’alternativa innovativa e promettente nella gestione dell’affollamento dentale senza estrazioni. La sua capacità di preservare meglio la cresta alveolare buccale e di ridurre le deiscenze e fenestrazioni lo rende un’opzione interessante per gli ortodontisti alla ricerca di trattamenti più efficaci e meno invasivi per la salute ossea dei pazienti.

Prospettive future Il prossimo passo sarà quello di condurre studi a lungo termine per valutare la stabilità ossea dopo il trattamento e confrontare l’I-Arch con altre tecniche ortodontiche. Inoltre, sarà utile esplorare possibili combinazioni con tecniche rigenerative per massimizzare la salute ossea durante l’ortodonzia.


Questa ricerca rappresenta un importante passo avanti nell’ortodonzia moderna, aprendo nuove strade per migliorare il comfort del paziente e ridurre gli effetti collaterali del trattamento.

 

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